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De che stamo a parl

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De che stamo a parla'
Amico mio
de come campo io
che non c' ho piu' rispetto
manco pe' Dio.
E’ stata sta vita
a famme capi' come funziona er monno
m' ha detto " a Ci'"
o te sveji o te ne vai affonno.
De che stamo a parla'.
Sapessi li mostri che c' ho n’ testa io;
le notti senza stelle
li morsi sulla pelle
e piantati in mezzo ar core
du occhi che fanno ancora piu' rumore.
La gente che ho visto anna' via
senza n' briciolo de poesia.
Le lacrime raccolte e poi versate
pe' chi avrebbe meritato
solo inverni

e nisuna estate.
Mano mano finivo de capi'
finivo de parla'
finivo de mori'
pè anna' lontano.
A nun ave' pietà' semmai
me l' hanno insegnato:
le botte che ho preso quando m' hanno menato

gli amori finiti quando m' hanno rinnegato
le vorte  che ho pregato e che gnisuno m' ha ascoltato 

 Annalisa Scialpi - 06/03/2023 18:20:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]




Ironica e sfacciata, ma anche sottile nell’intuibile

presenza della speranza.

Grazie e buona serata

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